lunedì 19 dicembre 2022

Teresio Ferraroni (1): prete dei partigiani e dei lavoratori

Qui di seguito la biografia di mons. Teresio Ferraroni, ricostruita sulla base di due interviste che ho realizzato in occasione della pubblicazione del libro "Lo sciopero di Giacomo" (1995) e della produzione del video per i 50 anni della Cisl di Lecco "Vietato calpestare le idee" (2000).  La biografia è integrata con informazioni raccolte in rete.                                                                            Completano i materiali relativi a mons. Ferraroni le sue testimonianze sull'esperienza dei raggi bianchi e dell'unità sindacale a Lecco tra gli anni '40 e '50 del secolo scorso.

Nato a Gaggiano, in provincia di Milano il 8 dicembre 1913, è ordinato sacerdote il 6 giugno 1936 a Milano dal cardinale Ildefonso Schuster.
Dopo l'ordinazione diventa insegnante di lettere presso il seminario di San Pietro martire a Seveso. Nel 1937 è inviato a Roma come studente di diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ottiene la laurea.

Lecco
Rientrato in diocesi, nel 1940 diventa insegnante a Lecco, presso il Collegio arcivescovile Alessandro Volta e l'istituto tecnico per ragionieri "G. Parini", e svolge il ministero pastorale nel santuario di Nostra Signora della Vittoria.
Ferraroni ha legato il proprio ministero al mondo del lavoro lecchese.
A fianco dei partigiani cattolici delle "fiamme verdi", durante la resistenza, è membro del Comitato di Liberazione Nazionale lecchese. Durante la guerra, in particolare dopo l’8 settembre ‘43, si impegna nella formazione dei "raggi bianchi" di Azione cattolica, gruppi di lavoratori che coltivavano, accanto all’impegno religioso, ideali di libertà e giustizia sociale, preparandosi per il post-fascismo. Saranno le future Acli, fondate subito dopo la liberazione, dallo stesso don Ferraroni con “l’impegno di costruire in un giorno nascente qualcosa di nuovo”, come scriverà in occasione dell’uscita di una storia dell’associazione.
Ma don Teresio non si occupò solo delle Acli; si può dire che non esistesse a Lecco associazione cattolica o impegno ecclesiale che non lo vedesse presente: dalla corrente sindacale cristiana (la futura Cisl), alle Guide scout, alla Fuci, dagli Uomini di Azione cattolica, alla Pontificia opera di assistenza, al Gruppo Maria Cristina. Essendogli stata donata nel ‘48 una vecchia casa padronale in Olgiate Molgora, decise di sistemarla come “Casa dei ragazzi” con lo scopo di accogliere giovani disadattati. Aveva assunto anche la presidenza del Tribunale ecclesiastico regionale.
Nel 1956-1957 è nominato dall'arcivescovo Giovanni Battista Montini assistente provinciale delle Acli milanesi.

Sesto San Giovanni
Dal 1958 è prevosto della parrocchia centrale di Santo Stefano in Sesto San Giovanni, rimanendovi sette anni.
Giunto a Santo Stefano il 21 settembre, diede grande impulso a tutto ciò che in qualche modo favoriva una cultura cattolica. Dopo aver ampliato l’oratorio maschile, ingrandì la scuola Gioventù studentesca, potenziò quella professionale S. Caterina, nel ‘60 istituì la “Scuola diurna per segretarie d’azienda”. Nel ‘62 furono inaugurate le nuove sedi della Biblioteca Manzoni, del “Centro Culturale Ricerca”, del settimanale “Luce Sestese” e nuove aule scolastiche. Il Movimento Laureati Cattolici e il movimento Studentesco Sestese, già esistenti al suo arrivo, fiorirono e sotto la sua guida nacque anche il gruppo degli universitari cattolici (Fuci); a tutti diede vigore e una sede appropriata. La vita dei lavoratori fu oggetto delle sue attenzioni: si recò nelle fabbriche e diede vita agli “Incontri aziendali”.
Invece di dare vita ad un centro polisportivo, come aveva pensato il suo predecessore, permutò il terreno acquistando quello dove sarebbe dovuta sorgere la chiesa di San Carlo al Restellone e il terreno per la chiesa della Risurrezione, perché “tra i problemi di carattere pastorale incombenti in una città come Sesto San Giovanni” riteneva “più gravi quelli delle nuove chiese parrocchiali, dato l’aumento costante della popolazione e il problema dei giovani”. Inaugurò nel ‘64 la nuova palestra “Olympia” progettata dall’architetto Paladini, perché ospitasse società sportive quali la “Cesare da Sesto”, per l’atletica leggera, e la “Polisportiva S. Luigi” (Posal) e perché vi potessero svolgere le lezioni di educazione fisica gli alunni delle scuole parrocchiali che ormai erano circa cinquecento. Nel ‘65 inaugurò il nuovo oratorio femminile con il complesso scolastico annesso: la scuola, per la sua continua espansione, non poteva più essere ospitata negli edifici esistenti. Alcuni lavori vennero eseguiti per sua iniziativa anche nella chiesa di Santo Stefano. Furono rifatti i pavimenti dell’altare, del coro e della sagrestia, la quale fu rinnovata anche nella parte muraria e nell’arredamento, fu decorata la navata centrale e furono rivestite quattro delle colonne; lo stesso campanile ebbe un nuovo volto.

Milano
Il 7 dicembre 1966 è nominato vescovo ausiliare e provicario generale dell'arcidiocesi ambrosiana ed eletto alla Chiesa titolare di Gauriana (Gauriana è il nome di una diocesi della chiesa primitiva ormai in disuso. Il suo nome è utilizzato come sede titolare di un vescovo a cui è affidata una missione diversa dalla gestione di una diocesi contemporanea). E’ consacrato l’8 gennaio 1967 nella chiesa di Santo Stefano a Sesto San Giovanni, dal cardinale Giovanni Colombo.

Como
Il 12 settembre 1970 Paolo VI lo nomina vescovo coadiutore (1970 al 1972) di mons. Felice Bonomini, della Diocesi di Como, con diritto di successione. Dal 22 febbraio 1973 è anche amministratore apostolico della diocesi a causa dell'età avanzata e delle condizioni di salute del vescovo.
Il 1º novembre 1974, dopo la scomparsa di mons. Bonomini, gli succede diventando il 112° vescovo della Diocesi di Como.
“Sono diventato vescovo a Concilio ormai terminato - disse un’intervista al settimanale cattolico lecchese "Il Resegone" -. L’entusiasmo suscitato dall’annuncio e dai primi anni del Concilio si scontrava con le difficoltà e la grande crisi istituzionale del dopo”. “Ho avuto la fortuna di fare due visite pastorali complete, che hanno contribuito a far accettare generosamente le novità conciliari e a far maturare nella gente il senso della fede, considerata non solo e non tanto eredità dei padri ma espressione del proprio vissuto quotidiano”.
Segue i problemi sociali della città grazie alla vasta esperienza maturata come Assistente delle Acli e prevosto di Sesto San Giovanni.
A Como provvede ai restauri del palazzo vescovile. Riunisce nel complesso di Muggiò i seminari maggiore e minore e negli ambienti dell’ex seminario maggiore fonda il Centro Sociopastorale Card. Ferrari (25 gennaio 1989) dove stabiliranno la loro sede diverse associazioni cattoliche della città.
Promuove l’Anno Feliciano nel 1600° anniversario della diocesi (386/1986).
Al compiersi del 75° anno, nel 1989, presenta a Papa Giovanni Paolo II le dimissioni per raggiunti limiti di età e lascia la guida pastorale della diocesi il 31 gennaio 1989.

Lecco
Dopo la rinuncia si trasferisce a Lecco, dove è assistente della Congregazione delle suore Misericordine di San Gerardo. Muore a 93 anni presso la loro casa di cura il 4 settembre 2007. Mons. Ferraroni è sepolto in Sant’Abbondio.