Il ferro inutile

Costantino Corbari. Ferrari Editrice, Clusone, 2002
























Fa un gran freddo la mattina del 3 gennaio del 1946 a Schilpario. Per far partire la corriera l’autista ha acceso un fuoco sotto al motore, ma il vecchio Bianchi Mille non vuole saperne di avviarsi. E’ molto presto e, ad osservare quei vani tentativi, ci sono, addossati l’uno all’altro tredici uomini che battono i piedi infreddoliti. Sono diretti alla Breda Siderurgica di Sesto San Giovanni.
Chiusi gran parte degli impianti, i minatori si trasferiscono nella grigia periferia milanese inseguendo il lavoro. Il ferro della Val di Scalve, che per secoli è stato estratto per conto di potenti domini, non è più in grado di sostenere l’economia della gente  che vive nella chiusa valle alpina. 
L’impero romano, la repubblica veneziana, Napoleone, Mussolini hanno fatto affidamento sul pregiato metallo per le loro conquiste. Lo scempio del secondo conflitto mondiale lo rende inutile. Per gli uomini e le donne della valle è tempo di rimettersi in cammino.
Minatori, boscaioli, contadini emigrano in terra straniera oppure nei dinamici sobborghi industriali della pianura lombarda. Un processo travolgente li trasformerà in operai, pendolari, tute blu. Migliorano le condizioni di vita, si affievolisce l’anima della comunità.
E’ un processo cui non possono opporsi. Per lunga esperienza sanno di doversi abbandonare la vento che li spinge lontano. Qualcuno si smarrisce in luoghi remoti. A volte, persone che si credevano perse per sempre, ricompaiono tra le montagne amiche e i verdi pendii boscosi.


I nomi

La trascrizione delle interviste alle persone la cui storia è raccontata in questo libro non è più disponibile. Le vicende di ognuno sono intrecciate tra loro a costruire un unico racconto collettivo. 
Qui sotto vengono riportati i nomi di ciascuno di loro e alcuni riferimenti minimi. 

Albricci Luigi – minatore – 10.1.1922, Vilminore
Battaglia Giuseppina – mondina – 13.10.1928, Vilmaggiore
Belingheri Amore Aquilino – operaio edile, poi dipendente comunale
Belingheri Antonio – operaio edile, minatore, Falck di Arcore – 27.5.1932, Colere
Belingheri Giovanni – operaio edile, operaio alla Falck e alla Dalmine - 1942
Belingheri Mario – operaio edile, operaio alla Pirelli e alla Legler
Belingheri Romano – operaio edile, operatore Filca Cisl Bergamo – 3.2.1941, Colere
Bendotti Giuseppe – operaio alla Pirelli – 6.10.1934, Colere
Bettoni Giacomo – operaio edile – 31.7.1937, Azzone
Canova Giovanna – colf – 26.3.1935, Vilminore
Cossolini Efrem – minatore, operaio alla Falck di Arcore – 17.7.1937, Schilpario
Furia Mario – sindacalista Cisl Bergamo – 2.5.1931, Gorno
Ghesa Luigi – operaio edile – 25.8.1938, Schilpario
Giudici Bartolomeo – operaio alla Falck di Arcore – 23.1.1926, Vilmaggiore
Grassi Eliseo – minatore – 4.3.1918, Schilpario
Lenzi Giacomo – minatore – 17.12.1936, Azzone
Magri Giacomo – minatore – 2.6.1933, Vilminore
Maj Anselmo – operaio alla Breda di Sesto San Giovanni (Mi) – 29.3.1921, Schilpario
Maj Rino – operaio alla Philco, attivista Cisl – 14.3.1943, Schilpario
Morelli Giacomo – minatore – 11.8.1943, Azzone
Morelli Pietro Amadio – operaio alla Falck di Arcore - 19.2.1915, Azzone
Morelli Siro – 21.11.1958, Azzone
Morzenti Pietro – operaio edile, Falck Arcore - 4.9.1940, Teveno
Pizio Abramo – in miniera, ma non minatore – 13.10.1924, Rovetta
Spada Andrea – minatore, operaio alla Falck di Arcore - 7.2.1929, Schilpario
Spada Giuseppe – contadino, boscaiolo, muratore, minatore, operaio alla Falck - 1931
Tagliaferri Pasqua – mondina – 13.4.1941, Vilminore