Nel 1961 segretario della Fim.
Segretario dell'Unione dal ‘69. Segretario regionale nel ‘76.
Preparato dalla Cisl per essere un
contrattualista del P su H, attraverso un corso annuale di esperti di contrattazione al
Centro studi Cisl di Firenze.
Guzzi. Responsabile
di zona a Mandello era Bonanomi che dice agli attivisti Cisl di entrare.
De Tommaso.
Il prefetto era una macchietta. Impomatato, tutto liscio di brillantina, con il
cameriere con i guanti. In trattativa c'era Lanche un colonnello dei carabinieri.
Contrattazione aziendale. A Lecco la Cgil è sempre stata
favorevole, anche se loro chiedevano solo aumenti. All'inizio degli anni '60 la
Fiom era maggioranza, ma la Fim piano piano era riuscita a diventare
maggioranza in numerose fabbriche, c'è stato un passaggio di egemonia. Quando
sono diventato segretario della Fim loro erano 7.000 e noi 1.500. Noi poi siamo
diventati 5.000 e loro rimasti sostanzialmente stabili. Negli anni del
tesseramento unitario siamo diventati circa 8.000 per parte e la Cisl contava
circa 20mila iscritti. C'è stata
quindi un'esplosione della Cisl e questo si è
visto anche nelle politiche, perché la gente veniva da noi perché vedeva che
era la Cisl che indicava le nuove linee.
In una prima fase abbiamo cercato di contrattare i cottimi, per controllare
cottimi e rendimenti e ce l'abbiamo anche fatta. Dopo il '67 non abbiamo
più avuto forza sindacale per il cattivo esito del
contratto nazionale. E' stato un periodo di
transizione. Poi piano piano nel ‘68, ‘69 la contrattazione ha ripreso vigore. Ha cominciato a
salire la volontà di rivendicazione dei lavoratori.
Prima del '69 i punti di riferimento in fabbrica
erano le élite operaie. Invece si è
trasformata la presenza quindi quando hanno cominciato a venire avanti le rivendicazioni e le
prese di posizione dure
dell'operaio comune ha cominciato a cambiare tutto. Tutta la strategia che si
era costruita negli anni precedenti è saltata. Il cottimo non era più un
problema.
Dopo è
emersa una linea ideologica che puntava al salario uguale per tutti. Segretario
della Fiom era Panozzo, che veniva dai gruppi Lenin. Caviglioli ha fatto un
percorso simile. Le posizioni erano vicine a quelle extraparlamentari. Il
Centro Fim di Chiuro, la popolazione era spaventata perché mettevano gli
altoparlanti rivolti verso il paese e .suonavano bandiera rossa.
Il sistema metalmeccanico milanese dava forza
anche al sindacato di Lecco.
Giulio
Foi. Era facile in quel tempo essere arrestati.
Abbiamo trattato con la questura. Venne liberato per ragioni di ordine pubblico. Non
credo fossero spaventati perché la voglia
di liberarlo l'avevano anche loro. La Questura
aveva capito che era stata una sciocchezza e forse i carabinieri avevano esagerato con
l'arresto. In realtà non c'è stata nemmeno una trattativa, ma si è studiato
insieme il modo di farlo uscire più in fretta possibile.
Però la manifestazione è stata
massiccia. Foi è uscito fuori tra due ali di folla esultante.
Unità d'azione.
A Lecco quando segretario della Fiom diventa Viganò, operaio, uomo pratico,
intuitivo, si riesce subito a sviluppare una buona collaborazione fin dai primi
anni '60. Poi se a Lecco riuscivi a tenere insieme i meccanici, voleva dire
tenere insieme il sindacato.
Imec. La
Cisl aveva 1.000 tessere, ma le facevano i tessili nazionali. C'era un
segretario nazionale dell'abbigliamento che aveva un rapporto
personale e privilegiato con la Imec per cui tutto
quello che avveniva alla Imec lo seguiva lui, lo contrattava lui. L'accordo
aziendale della sas in realtà la fatto lui. Fu un accordo da sindacato giallo.
Il
segretario della sas era il capo del personale. Segretario della Cisl di Lecco
in quel periodo era Vittorio Panzeri. La Fim non condivideva, ma quell'accordo, fatto e gestito dal
sindacato nazionale, veniva sbandierato come positivo esempio di contrattazione
aziendale.
La Chiesa. La Chiesa lecchese non era molto vicina al
sindacato. L'assistente delle Acli è stato
mandato via perché i padroni hanno protestato contro don Farina. E' venuto a
Lecco il card. Colombo ad inaugurare la funivia che andava ai Piani
d'Erna e lassù, durante la cerimonia, gli industriali
hanno chiesto la testa di don Farina. I preti
erano divisi. Qualcuno, soprattutto i più giovani, erano dalla nostra parte.
C'erano preti che predicavano in chiesa contro lo sciopero ad esempio quello di
Civate contro gli scioperi alla Star.
Pubblico
impiego. I maestri erano organizzati. Golfari ha fatto il segretario del Sinascel per circa un anno. Era direttore
didattico.
Tubettificio
Ligure. Il titolare era Guzzi, figlio del titolare della Moto Guzzi. Oggi è
morto. Nel periodo di guerra era stato partigiano. Tornato a casa ha messo in
piedi una attività che produceva tubetti dei dentifrici o lattine della birra,
sia in banda stagnata che in alluminio. Questo aveva come personale dirigente
tutti i partigiani che erano stati con lui in montagna ed era un personaggio
tutto suo, della sinistra, comunista, però finanziava un circolo culturale che
aveva molto successo. Assumeva le puttane che volevano redimersi. Era
un'azienda di circa 400 dipendenti. Era un'azienda che rendeva e rendeva anche
molto perché i diversi partigiani avevano una dedizione verso la fabbrica che
non era la dedizione di un dipendente. Gli volevano bene a questo padrone
perché era il loro comandante e quindi c'era un rapporto di fiducia, di
dedizione, di amicizia di questo gruppo dirigente del Tubettificio che dava dei
risultati di efficienza nettamente superiori. Era quasi una comunità. Lì, ad
esempio, abbiamo fatto un accordo sulla disciplina, che poi è stato distrutto
dal ‘68, ‘69. I lavoratori non
venivano più giudicati dal padrone, avevamo stabilito una particolare procedura
di arbitrato. C'erano due passaggi di conciliazione, il primo era la
commissione interna che difendeva il lavoratore e una trattativa con la
direzione se si riusciva a trovare un accordo. Il secondo passaggio era
direzione con il sindacato e il terzo passaggio era un arbitrato indipendente.
Sui rimproveri, sui provvedimenti disciplinari anche minori, non solo su
eventuali licenziamenti. L'azienda non era iscritta alla Confindustria.
Inoltre
l'azienda faceva il contratto nazionale a parte. Tutte le volte che si apriva
il contratto nazionale si andava lì, si chiedeva di più, lui lo dava, e si
chiudeva subito.
La sede era ad Abbadia Lariana.
Poi l'azienda è fallita ed è subentrato l'Efim. Guzzi è rimasto nella memoria
della gente lecchese. Stimato da tutti. Lo chiamavano anche “vacchettificio
ligure” perché ci lavoravano in gran parte donne. Non era una azienda modello,
bensì una esperienza in cui la comunanza dell'esperienza della Resistenza aveva
portato a notevoli risultai aziendali. Un venditore, Piero Losi, che era stato
commissario politico di una Brigata Garibaldi, quando parlava del Tubettificio
Ligure non parlava della fabbrica dove lavorava, parlava della sua vita con una
grande immedesimazione. Questo genere di rapporti sindacali arriva fino al 68,
la storia aziendale prosegue anche oltre.