mercoledì 8 aprile 2020

CONSULTA PENSIONATI - Cisl - Lecco

Trascrizione testimonianze raccolte in occasione della pubblicazione del libro “Lo sciopero di Giacomo. Un secolo di solidarietà operaia a Lecco e nel suo territorio”, di Costantino Corbari, Periplo Edizioni, Lecco, 1995

Colombo Carlo
Fiocchi - Lecco
Nei primi anni della Cisl, quando noi lavoravamo e loro stavano fuori ci chiamavano gli scelbini, servi dei padroni. Qualche volta ci picchiavamo, ma poco. Erano i tempi in cui per prendere i soldi delle tessere aspettavamo che i lavoratori ritirassero la busta paga e noi ci mettevamo li vicino. Qualche volta si andava in bagno.
Ho fatto parte della commissione interna, poi sono andato alla Fiocchi e anche li sono stato in commissione interna e sono andato in pensione nel 1985.

Colombo Valentino
Ho lavorato in fabbrica dal 1935 al 1966. Dopo sono stato assunto dalla Acli di Lecco, al patronato, che aveva un suo sindacato interno. In occasione dell'attentato a Togliatti e la scissione, al Toniolo di Lecco si tenne una riunione burrascosa. Un clima simile lo ho rivissuto in occasione del rapimento e dell'assassinio di Aldo Moro.
In fabbrica ero responsabile sindacale, ma era una ditta molto piccola e quando qualche attivista veniva a distribuire dei volantini per annunciare ima assemblea o una riunione, stando sul cancello, io ero subito chiamato dal titolare: "Cosa sono lì a fare?" e io rispondevo che non potevo comandare la pioggia e siccome erano sul suolo pubblico potevano farlo.

Corti Luigi
Popolare di Lecco - Lecco
Ho lavorato anche prima della guerra e ho fatto il partigiano nella divisione italiana Garibaldi. Nel '45 tornato sono entrato in banca e nel '50 sono stato uno dei fondatori della Fib-Cisl, il sindacato dei bancari. Alla Popolare di Lecco.
Sono un allievo di Lazzati. Ho sempre cercato di servire il sindacato e non di servirmene.

Gandolfi Guido
Calolziocorte (Lc)
Sono tra i fondatori della Cisl nella zona di Calolzio, nel 1950. Ho fatto 15 anni di commissione interna in una fabbrica di Calolzio.
Non condivido l'idea dell'unità sindacale perché conosco le enormi difficoltà incontrate in quegli anni.
Ho fatto parte dei raggi bianchi.

Gheza Costante
File - Lecco
Mi sono avvicinato nel sindacato dei pensionati nell'80. Non ho esperienze sindacali, ne in fabbrica ne fuori. Alla File dal ‘47 all'80.

Panzeri Francesco
Badoni - Lecco
Esperienza di lavoro a Milano nel 1948.
Nel 1961 sono andato alla Badoni e ho preso il posto di Farina in commissione interna quando lui è venuto al sindacato.
Essere sindacalisti sinceramente parlando, col cuore, vuol dire fare sacrifici, perché sono stato anche licenziato e non ho mai avuto aumenti di paga.

Penati Ambrogio
Vismara - Milano
Ho cominciato a lavorare nel 1945 alla Vismara, ma nel deposito distaccato di Milano. Sono sempre stato iscritto al sindacato, ma non ho mai svolto attività. Solo quando sono andato in pensione nel 1985, avendo disponibilità di tempo, sono entrato nel sindacato dei pensionati ed ho iniziato ad impegnarmi.

Sottocornola Francesco
Ercole Marelli – Sesto San Giovanni (Mi)
Ho lavorato dal 1942 all'80 alla Ercole Marelli di Sesto San Giovanni. Prima operaio e poi impiegato. Ho visto che tra gli impiegati non c'era una grande solidarietà. Da operaio ero iscritto alla Cgil, poi sono passato alla Cisl perché tra gli impiegati c'era una delegata della Cisl molto in gamba e allora ho abbandonato la Cgil e sono passato alla Cisl. Mancava la solidarietà tra gli impiegati. C'era questa delegata che mi dava coraggio e allora scioperavo insieme a lei anche se gli altri non scioperavano.
Penso che l'unità prima o poi si dovrà fare. Noi abbiamo le nostre esperienze negative, ma le generazioni cambiano. Tra poco noi usciremo dalla scena e gli altri la penseranno diversamente.

Zinghi Felice
Vismara – Casatenovo (Lc)
Non ho molta esperienza sindacale. Sono entrato a lavorare nel '46 alla Vismara dopo ho lavorato fino all'82. Quando sono entrato c'era una commissione interna più rossa che bianca, poi è subentrata la Cisl e la Cisl ha sempre dominato in Vismara. Sono un po’ un bastian contrario. Io a volte davo ragione alla Cisl e a volte alla Cgil. Ho ricevuto anche tanti castighi. Io ho avuto aumenti di paga poi, siccome discutevo sempre con i capi, il padrone mi toglieva gli aumenti e tornavo indietro. Per ben tre volte ho subito. Allora ho capito e non ho più parlato. Una volta mi hanno anche licenziato, ma poi mi hanno riassunto. Sempre per cretinate. Lavoravo nel reparto dei salami. Uno dei primi reparti dove hanno messo l'aria condizionata. Si lavorava a 14 gradi di freddo e allora noi reclamavamo. Non era tanto facile reclamare. C'era un capo che quando reclamavi dovevi litigare.
Io ero ben visto dal capo, ma quando vedevo che la gente non riusciva più a sopportare quelle condizioni, io lo dicevo. Una volta gli ho detto "dobbiamo essere più umani. Non si può lavorare a 14 gradi". Va bene coprirsi, mettersi un maglione, ma ad una persona può far male.
Sono entrato nel sindacato dei pensionati dieci anni fa e ho visto che c'era molto da fare. Dalla fabbrica non ho mai creduto che il sindacato fosse così attrezzato e ho sentito veramente il bisogno di aiutare gli altri. Io non parlo mai nelle assemblee pubbliche. Parlo poi con i miei rappresentanti del sindacato, perché conosco il mio carattere, però ci parliamo dopo, ci spieghiamo e ci capiamo. Io spero di andare avanti e cercare di impegnarmi per poter attirare tanta gente. Ho visto che se si va dalla gente cercando di spiegargli bene cos'è il sindacato dei pensionati, si riesce ad attirarli. Non servano tante cose.