giovedì 18 settembre 2025

Recuperi. Il contratto salvaposti

Si chiama contratto di solidarietà. E' la formula salvaposti inventata per allontanare i licenziamenti. Meno orario e meno salario. Aspettando la ripresa
Corriere Lavoro, Corriere della sera, Anno 1, numero 9, 8.4.1994

Che cosa sono e come funzionano i contratti anticrisi
La ricetta salvaposti è la solidarietà

Salvare posti di lavoro, garantirsi la professionalità del personale, ridurre i costi. Sono le opportunità offerte a dipendenti e imprese dai contratti di solidarietà. Sempre più sfruttate. Le aziende che vi hanno fatto ricor­so sono oltre 400. Le persone coinvolte quasi 50 mila.
La formula è piuttosto semplice. Si tratta di ridurre l'orario di lavoro con conseguente riduzione percentuale del salario a un certo numero di lavoratori, per salvare una quota di posti di lavoro aspettando la ripresa. Il tutto sancito da accordo sindacale.
Nati nel 1984 per af­frontare i massicci pro­cessi di ristrutturazione avviati in quegli anni dall’industria italiana, ebbero un’accoglienza piuttosto fredda. Per le imprese non erano pre­visti incentivi e il sinda­cato stava vivendo una stagione di profonda di­visione. Alcune intese furono firmate, partico­larmente nel tessile, ma senza l’intervento delle associazioni imprendito­riali e con scarso entu­siasmo. Ben presto i contratti di solidarietà furono dimenticati.

sabato 13 settembre 2025

Bz 308, vanto degli operai della Breda

Presentato al Labour Film Festival 2025 il documentario di Massimo Romagnoli e Costantino Corbari che racconta la storia del BZ 308, un quadrimotore tutto italiano costruito subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, vanto degli operai della Breda aeronautica di Sesto San Giovanni

La produzione di aerei alla Breda inizia nel primo dopoguerra e dura fino a tutta la seconda guerra mondiale, con esemplari prevalentemente destinati al settore militare. Per questo, durante il conflitto, tra il 1942 e il 1944, l’azienda viene pesantemente bombardata dagli alleati, fino a quando, il 30 aprile 1944, lo stabilimento sestese è completamente raso al suolo. Nei primi anni ’50, dopo un tentativo di ripartenza, la Breda aeronautica cessa la produzione.
Prima di gettare la spugna, però i lavoratori della Breda, nonostante le distruzioni e le enormi difficoltà a reperire sul mercato i materiali necessari, riescono a progettare e costruire un bellissimo aereo passeggeri: il Breda BZ-308.