Pubblicazione realizzata in occasione dell'Assemblea programmatica e organizzativa della Fnp Cisl Lombardia, 20.21 ottobre 2015. Materiali preparatori del volume "Impegno e passione", Bibliolavoro, Sesto San Giovanni (Mi), 2016. In questa parte 5 (di 6): Gruppi extraparlamentari, Terrorismo.
Durante il periodo delle grandi contestazioni e poi dell'autunno caldo si presentano sulla scena politica e nei luoghi di lavoro nuovi soggetti che fanno del radicalismo sociale, politico e rivendicativo il loro tratto distintivo. Inizialmente davanti ai cancelli delle fabbriche arrivano gruppi di studenti lanciando lo slogan "studenti, operai uniti nella lotta", poi però il movimento studentesco si politicizza sempre di più lasciando spazio ai gruppi extraparlamentari da Lotta comunista a Servire il popolo, da Avanguardia operaia a Lotta continua a Potere operaio e via dicendo.
Contemporaneamente nel Paese emerge lo spettro del terrorismo, quello nero stragista e quello delle Brigate rosse, che pretendono con le loro azioni criminali di rappresentare la punta più avanzata del movimento operaio. I lavoratori, seppure con qualche iniziale incertezza, sapranno respingere questa pretesa.
"La partecipazione è sempre stata significativa e anzi andava crescendo. L'unico elemento che frenava un po' era la presenza del movimento studentesco che noi non vedevamo molto bene. Un giorno Mario Capanna e Luigi Cipriani vennero a Meda con l'intenzione di insegnarci come si doveva fare un picchetto e noi li abbiamo mandati via dicendogli che potevano starsene alla Statale perché noi sapevamo che la voglia di riscatto nasceva dalla fabbrica". (Boffi)
"In Valle era presente il movimento studentesco, con gruppi di studenti che venivano dalle scuole superiori e ogni tanto si presentavano davanti ai cancelli delle fabbriche. È nato un rapporto tutto sommato produttivo perché siamo riusciti a fargli capire, dopo i primi scontri verbali, che non si poteva stare sempre su posizioni teoriche, ma occorreva calarsi di più nella realtà. Noi forse abbiamo imparato da loro a sognare un pochino di più". (Mastaglia)
"In quegli anni ci sono altre spinte: alla sinistra del Pei nasce una costellazione politica. Arriva il terrorismo... dagli extraparlamentari, il sindacalista veniva visto come un nemico". (Gelpi)
I gruppi extraparlamentari riescono a costruire una propria presenza nelle fabbriche, in particolare nelle maggiori. Si afferma il movimento dei Cub, i Comitati unitari di base, che in Lombardia riesce a costruire una rete abbastanza consistente in diverse aziende e in più settori produttivi. Sono contro il sindacalismo confederale, usano metodi duri, accusano i sindacalisti di essere dalla parte dei padroni.
"Alla Motta abbiamo avuto la presenza di gruppi extraparlamentari con rapporti problematici. E' stata una vertenza molto impegnativa e lunga, con molti lavoratori coinvolti, e una volta, durante l'occupazione, mentre stavamo facendo un'assemblea, ci hanno impedito di uscire tenendoci praticamente sequestrati. Un'altra volta ci hanno buttati a terra dalle sedie su cui eravamo seduti per parlare agli operai. Mi hanno attaccato anche personalmente, intervenendo in assemblea e dicendo che ero una proprietaria terriera semplicemente perché la mia era una famiglia contadina". (Alberti)
"Mentre ancora stavamo trattando, fuori dall'azienda gruppi di Lotta Continua e Potere Operaio hanno piantato le tende, coinvolgendo qualcuno del consiglio di fabbrica, ostili a qualsiasi tipo di trattativa. Dove volessero andare a parare non lo so. Poi in un'assemblea le abbiamo fatte votare e al 90% hanno votato per la linea del sindacato". (Corbari)
"In quel periodo nacquero i Cub, Comitati unitari di base, risultato di due esperienze successive, infatti si parla di Cub uno e Cub due, che molte volte anticipavano le sezioni sindacali e capitava spesso che lo sciopero fosse guidato daH'interno e le sezioni si trovassero di fronte al fatto compiuto e in quel caso assecondavano la decisione. I Cub erano molto attivi e con loro, soprattutto il primo, gli scontri erano continui. I lavoratori seguivano sostanzialmente le indicazioni di Cgil-Cisl-Uil anche se non sempre era così". (Perego)
“A Milano avevamo una presenza significativa di Lotta comunista alla Aem e successivamente sono nati i Cub. Tra l'altro uno dei nostri, Carmelo Calabrese, un istrione bravissimo, un grande affabulatore, è diventato responsabile nazionale". (Quolibetti)
"In quel periodo stavano nascendo i Cub, Comitati unitari di base, in particolare a Conca, ed erano piuttosto violenti con minacce ai capi, latte di vernice sulle macchine. Anche per questo un sindacalismo ragionevole, legalitario, come quello che rappresentavo, come tutto il sindacalismo confederale, tutto sommato trovava ascolto da parte della direzione dell'azienda. Una volta un gruppo di aderenti ai Cub si è presentato nella sede staccata in via Larga, dove c'erano il centro meccanografico e altri uffici, con gli impiegati che lavoravano durante uno sciopero e sono saliti negli uffici e li hanno obbligati ad uscire". (Vailini)
"In azienda c'era una presenza di gruppi extraparlamentari non in grande misura, perché i criteri di selezione da questo punto di vista erano molto stringenti. Erano presenze che non incidevano sull'iniziativa sindacale, erano vivaci e molto visibili nelle assemblee e nelle manifestazioni. Nella nostra portineria trovammo dei volantini delle Brigate rosse che poi denunciamo alla Polizia". (Guerinoni)
Il passaggio dalla presenza in fabbrica a incarichi nel sindacato per gli attivisti extraparlamentari è tutto sommato facile. Sono energie nuove per la Cisl, anche se non sempre si tratta di un innesto facile.
"C'è stato, poi, tutto il periodo dei 'movimenti'. I protagonismi del '68 hanno fatto presa sulla città e sulla bassa, nelle valli invece non hanno trovato particolare rilievo, lo mi sono sempre battuto perché ogni istanza esterna al sindacato venisse ascoltata: dovevamo confrontarci per capire e questa 'politica' ha permesso che molti volti nuovi e diversi entrassero alla Cisl di Bergamo". (Pagani)
"Nella prima metà degli anni Settanta si organizzano gruppi extraparlamentari e anche dentro la Fim di Lecco è nato il gruppo Gramsci, però li abbiamo gestiti bene, li abbiamo tenuti. Ho avuto un solo caso, più avanti, quando ero segretario della Cisl, una donna del Tubettificio che aveva mostrato delle simpatie con i brigatisti e l'abbiamo espulsa". (Farina)
"Allora le automobili erano tutte intestate al segretario e mi è capitato che i carabinieri mi telefonassero per sapere chi c'era alla guida di quelle vetture. Abbiamo avuto dei problemi, in larga parte tra i metalmeccanici ma in alcune situazioni anche tra i chimici, in particolare a Castellanza dove erano presenti gruppi extraparlamentari". (Boldrini)
Non sono solo di sinistra le presenze extraparlamentari. Ai "rossi" si contrappongono gruppi fascisti con i quali vengono spesso alle mani. La strage di Piazza Fontana del 1969 a Milano, durante la vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, e la bomba di Piazza della Loggia nel 1974 a Brescia, durante una manifestazione sindacale, sono il segno estremo di questa inquietante presenza.
"Nella zona di Varese c'era la presenza di fascisti organizzati che si facevano sentire e che crearono anche problemi di ordine pubblico. Il rischio arrivava da lì, a sinistra c'erano dei simpatizzanti del Gruppo Gramsci cui aderirono anche alcuni fimmini, ma nelle fabbriche non crearono mai problemi. Ogni tanto distribuivano qualche volantino ma niente di più". (Bon)
Terrorismo
Le azioni terroristiche segnano profondamente gli anni delle grandi lotte operaie. Le Brigate rosse si ergono a paladine dei lavoratori, ma ad ogni loro azione trovano una risposta sindacale sempre più decisa. Ben presto, però, la Cisl scopre che anche tra le sue fila si nascondono dei brigatisti e loro fiancheggiatori.
"Gli anni di piombo mi hanno segnato: quando vedevo i giovani che diventavano terroristi, mi cascavano le braccia. Nel mio gruppo ce n'erano tre...non l'ho mai detto neanche a mia moglie. Lo ha scoperto da un libro che hanno scritto sulle vicende delle grandi fabbriche di Sesto. L'azienda mi aveva segnalato che era entrato qualcuno che poteva essere infiltrato. Nella mia attività sindacale non ho avuto problemi, perché stavo sempre sul chi va là... ma uno di questi era iscritto alla Fim, e personalmente ne sono rimasto profondamente amareggiato". (Regazzi)
"Tre o quattro giorni dopo ho trovato di nuovo la serratura della macchina forzata. A quel punto ne ho parlato con Morra il quale mi ha suggerito di fare denuncia. Passato qualche giorno, ho iniziato a ricevere di notte delle strane telefonate che con voce alterata mi chiedevano cosa avrei fatto e se la mattina successiva sarei andato a fare il picchetto. Visto il succedersi dei diversi fatti ho iniziato ad essere un po' preoccupato. Dopo qualche tempo, a pochi passi da casa mia venne arrestato un brigatista che lavorava alla Belleli. Da quel momento non si sono più verificati altri episodi". (Iridile)
"Noi abbiamo avuto le Brigate rosse che ci hanno fatto un attentato perché in quel momento eravamo il sindacato più progressista di tutti". (Fabrizio)
"A Como nel 1981 ci sono stati numerosi attentati in una sola notte, che infatti è stata chiamata 'la notte dei fuochi', e hanno arrestato diversi delegati iscritti alla Cisl che facevano riferimento alle Brigate rosse o ad altri gruppi violenti. Mentre la Cgil era formata da socialisti e comunisti e non volevano coloro che provenivano da gruppi extraparlamentari, in Cisl ci stavano tutti tranne i fascisti e ogni tanto ci trovavamo qualche sorpresa e abbiamo vissuto dei momenti difficili". (Chianese)