Promuovere
le idee e i prodotti migliori, verificarne la concreta applicazione, spingere
per la loro massima diffusione. Sono i principali obiettivi di ogni
manifestazione fieristica. Terminata l’epoca delle Campionarie, la
specializzazione è elemento determinante per il successo delle iniziative. Ma
se il prodotto da “vendere” è la contrattazione di secondo livello, valgono le
stesse regole? E come si sviluppa il marketing per il lancio di un modello di
accordo aziendale o di un’intesa territoriale?
Quando la Cisl Lombardia ha immaginato l’organizzazione della prima Fiera della contrattazione a Sesto San Giovanni, nel maggio del 2010 sui grandi mezzi di comunicazione imperversava un dibattito intorno alla falsa alternativa tra contratto nazionale e contratto aziendale, quasi che uno escludesse l’altro. Cosa significasse davvero la contrattazione decentrata, quale valore partecipativo esprimesse e quali contenuti sviluppasse era aspetto di poco conto, non meritevole di particolare attenzione.
La sterile polemica dei difensori dello status quo e gli schematismi ideologici di coloro che piegano sempre ogni confronto a questioni di schieramento, svilendo qualunque riflessione, sembravano rendere impossibile spostare l’attenzione sul merito della contrattazione. Su contenuti, obiettivi e opportunità interesse scarso.Così, quando nelle redazioni è apparso
il primo comunicato stampa che annunciava la manifestazione, i commenti
iniziali hanno quasi tutti teso a riportare l’iniziativa all'interno degli
usuali e conosciuti binari della contrapposizione tra sigle sindacali. La Cgil
che difende il contratto nazionale e la Cisl che punta sulla contrattazione
aziendale, senza dimenticare il confronto con la Fiat, le proteste della Fiom,
i contrasti dentro il Partito democratico, le polemiche con il governo.
Sugli obiettivi della Fiera e i
risultati della centinaia di intese presentate, poco o niente.
E’ vero, sullo sfondo c’era il
contrastato accordo sulla riforma della contrattazione del gennaio 2009 con il
quale si è voltato pagina in tema di relazioni industriali. L’intesa per la
riforma della contrattazione firmata da Cisl, Uil, Confindustria e governo che
ha mandato in pensione l’accordo del luglio del ’93. Il nuovo modello, che
prevede la durata triennale dei contratti, il decentramento verso la
contrattazione di secondo livello e la sostituzione dell’inflazione programmata
con un'inflazione “previsionale” come parametro per l’adeguamento salariale,
come sappiamo non è stato accettato dalla Cgil. “È il primo accordo interconfederale
dopo 15 anni. Non potevamo perdere altro tempo rispetto a chi non vuole mai
sottoscrivere un accordo - ha commentato allora il segretario generale della Cisl,
Raffaele Bonanni - soprattutto in un momento di crisi. È un bene che in un
momento come questo ci sia un nuovo modello contrattuale di natura partecipativa”.
La riforma della contrattazione
ha portato rapidamente alla firma di oltre 40 contratti nazionali sulla base
del nuovo modello. Per la Cisl si è posto subito il problema di sviluppare al
massimo la contrattazione decentrata, dimostrando così il valore e la
concretezza della scelta fatta. Eco dunque emergere l’idea della Fiera della
contrattazione lombarda.
“Contrattare è il mio mestiere” è
lo slogan scelto per la manifestazione, che ha previsto una serie di attività
capaci di coinvolgere operatori e delegati sindacali, i veri protagonisti della
contrattazione di secondo livello.
L'obiettivo dichiarato era quello
di raccogliere, conoscere, presentare e discutere quanto e come nella regione
si è contrattato a livello decentrato e aziendale.
La prima fase della comunicazione
è stata rivolta ai delegati, sollecitati ad impegnarsi per fare conoscere i
risultati della loro azione quotidiana nei luoghi di lavoro: “Porta in fiera il
tuo accordo per farlo conoscere a tutti”, il messaggio veicolato con email,
locandine e inviti. Corredato da un invito/minaccia rivolto agli operatori a
tempo pieno: “Se in fiera non c’è il tuo contratto che sindacalista sei?”.
“La Fiera della contrattazione -
è scritto in uno dei volantini rivolto a delegati e operatori, stampato per
l’occasione - è un evento che serve a scambiarsi informazioni sui migliori
accordi realizzati, a prendere nuove idee per sviluppare la contrattazione di
secondo livello, a socializzare le esperienze tra le diverse categorie”.
A far notizia, inizialmente, più
che i contenuti delle intese, sono le dichiarazioni del presidente della
Regione Lombardia. “Formigoni: busta paga federalista” titola infatti il
Corriere della Sera, che prosegue: “I contratti dei dipendenti regionali
dobbiamo deciderli noi. Abbiamo solo tremila dipendenti. Perché non
premiarli?”. Il messaggio viene ripreso da agenzie e quotidiani, con annesse
usuali repliche della Cgil: “No ai contratti federalisti”.
Fortunatamente ci sono
giornalisti capaci di andare oltre la sterile e superficiale polemica per addentrarsi
nella sostanza della contrattazione decentrata. Cristina Casadei. sul Sole 24
Ore del 28 maggio, racconta dell’iniziativa Cisl sotto il titolo “Dalla
recessione lo sprint agli accordi nelle aziende'” affiancando il pezzo con
un’ampia scheda che illustra “la contrattazione innovativa” evidenziando come
“da Alenia a Star si intensificano le intese locali sull’occupazione”. Dal
canto suo Avvenne, nell'inserto “è Lavoro”, dedica un’intera pagina ai
“Contratti in mostra", spiegando le ragioni dell’iniziativa e pubblicando
tre ampie schede su “le intese modello” nella meccanica (Brawo), nel tessile
(Saati) e nei servizi ambientali (Amsa). Francesco Riccardi parla della Fiera
della contrattazione come occasione per rilanciare la negoziazione nelle
aziende. “Obiettivo - precisa - costruire un nuovo modello di relazioni
partecipative”.
Tra la prima e la seconda
edizione della Fiera della contrattazione, l’attenzione dei commentatori è concentrata
sugli accordi di Pomigliano e su tutto quanto si muove attorno alle relazioni
sindacali nell’universo Fiat.
A livello decentrato, nel pieno
della crisi la contrattazione aziendale è costretta a misurarsi con il problema
del migliore utilizzo degli strumenti per la difesa dell'occupazione.
Nonostante questo, però, in occasione della seconda Fiera che si tiene a
Bergamo emergono nuovi elementi entrati a far parte delle migliori intese aziendali.
L’aspetto centrale è quello del welfare. In un’intera pagina pubblicata sul
Corriere della sera del 24 maggio 2011, Dario Di Vico così evidenzia i
contenuti innovativi delle intese: “Premi e welfare d’impresa, i contratti dopo
Mirafìori. Sanità integrativa, borse di studio e clausole antiassenteismo, i nuovi
accordi aziendali”. “L’esistenza stessa di un evento come questo - sottolinea
Di Vico nel suo pezzo - è la dimostrazione che siamo già in pieno dopo
Mirafiori. Il conflitto in fabbrica perde molti dei connotati ideologici, i
sindacalisti una volta l’anno presentano agli iscritti e all’opinione pubblica
cosa hanno fatto di concreto e quali contratti hanno portato a casa, le imprese
mandano i loro rappresentanti in Fiera per imparare qualcosa, prendere appunti
e copiare le buone pratiche”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si
muovono anche il Sole 24 Ore e Avvenire, ancora con Cristina Casadei e
Francesco Riccardi. Così titola il pezzo della Casadei: “Il welfare riparte
dall’azienda. Sanità integrativa, asili nido e libri scolastici tra le scelte
adottate”. Precisando inoltre che la Cisl registra più di 600 accordi
innovativi.
Riccardi, dopo aver anch’egli
sottolineato gli aspetti innovativi degli accordi: “la contrattazione di secondo
livello aumenta e migliora la qualità dei contenuti, con un’attenzione
particolare al welfare, alla gestione degli orari, ai premi salariali”, amplia
la propria riflessione alla questione della riforma della contrattazione che vede
Cisl e Cgil su due fronti opposti. Titola infatti il pezzo: “Nuove tutele in
azienda: piccoli contratti crescono. Ma l’accordo con la Cgil sulla riforma
rimane lontano”.
Un intervento di Maurizio del
Conte sul Corriere della sera, alcuni giorni dopo la chiusura della manifestazione
cislina, traccia un bilancio positivo della Fiera: “una rara occasione pubblica
di verifica di quello che fa oggi il sindacato”. “Quello che si è visto a
Bergamo - aggiunge - ci dice che le buone relazioni sindacali offrono un vantaggio
competitivo alle imprese non soltanto quando si tratta di gestire i piani di
esubero dovuti alla crisi congiunturale ma anche - e soprattutto - quando si
tratta di trovare soluzioni innovative per rilanciare la crescita e premiare
il lavoro”.
La seconda edizione della Fiera
della contrattazione ha saputo calamitare una maggiore attenzione da parte dei
mass media, inoltre un’analisi dei numerosi pezzi pubblicati, sia dalla stampa
nazionale che locale, testimoniano una migliore capacità di attenzione ai contenuti
della contrattazione, rifuggendo dalla facile polemica politico-sindacale
caratterizzata dai contrasti tra le confederazioni. A conferma che la
manifestazione ha saputo trovare una sua più precisa caratterizzazione e che
questa è stata colta dagli operatori dell’informazione.