giovedì 1 ottobre 2020

Mass media e contrattazione. Questione di marketing

Contributo pubblicato nel volume "Contrattare è il mio mestiere. Un'analisi quantitativa e qualitativa delle fiere della contrattazione collettiva 2010 e 2011 promosse dalla Cisl Lombardia". Osservatorio della contrattazione collettiva, BiblioLavoro, Sesto San Giovanni (Mi), 2012

    Promuovere le idee e i prodotti migliori, verificarne la concreta applicazione, spingere per la loro massima diffusione. Sono i principali obiettivi di ogni manifestazione fieristica. Terminata l’epoca delle Campionarie, la specializzazione è elemento determinante per il successo delle iniziative. Ma se il prodotto da “vendere” è la contrattazione di secondo livello, valgono le stesse regole? E come si sviluppa il marketing per il lancio di un modello di accordo aziendale o di un’intesa territoriale?

Quando la Cisl Lombardia ha immaginato l’organizzazione della prima Fiera della contrattazione a Sesto San Giovanni, nel maggio del 2010 sui grandi mezzi di comunicazione imperversava un dibattito intorno alla falsa alternativa tra contratto nazionale e contratto aziendale, quasi che uno escludesse l’altro. Cosa significasse davvero la contrattazione decentrata, quale valore partecipativo esprimesse e quali contenuti sviluppasse era aspetto di poco conto, non meritevole di particolare attenzione. 

La sterile polemica dei difensori dello status quo e gli schematismi ideologici di coloro che piegano sempre ogni confronto a questioni di schieramento, svilendo qualunque riflessione, sembravano rendere impossibile spostare l’attenzione sul merito della contratta­zione. Su contenuti, obiettivi e opportunità interesse scarso.

Così, quando nelle redazioni è apparso il primo comunicato stampa che annunciava la manifestazione, i commenti iniziali hanno quasi tutti teso a riportare l’iniziativa all'interno degli usuali e conosciuti binari della contrapposizione tra sigle sindacali. La Cgil che difende il contratto nazionale e la Cisl che punta sulla contrattazione aziendale, senza dimenticare il confronto con la Fiat, le proteste della Fiom, i contrasti dentro il Partito democratico, le polemiche con il governo.

Sugli obiettivi della Fiera e i risultati della centinaia di intese presentate, poco o niente.

E’ vero, sullo sfondo c’era il contrastato accordo sulla riforma della contrattazione del gennaio 2009 con il quale si è voltato pagina in tema di relazioni industriali. L’intesa per la riforma della contrattazione firmata da Cisl, Uil, Confindustria e governo che ha mandato in pensione l’accordo del luglio del ’93. Il nuovo modello, che prevede la durata triennale dei contratti, il decentramento verso la contrattazione di secondo livello e la sostituzione dell’inflazione programmata con un'inflazione “previsionale” come parametro per l’adeguamento salariale, come sappiamo non è stato accettato dalla Cgil. “È il primo accordo interconfederale dopo 15 anni. Non potevamo perdere altro tempo rispetto a chi non vuole mai sottoscrivere un accordo - ha commentato allora il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - soprattutto in un momento di crisi. È un bene che in un momento come questo ci sia un nuovo modello contrattuale di natura partecipativa”.

La riforma della contrattazione ha portato rapidamente alla firma di oltre 40 contratti nazionali sulla base del nuovo modello. Per la Cisl si è posto subito il problema di sviluppare al massimo la contrattazione decentrata, dimostrando così il valore e la concretezza della scelta fatta. Eco dunque emergere l’idea della Fiera della contrattazione lombarda.

“Contrattare è il mio mestiere” è lo slogan scelto per la manifestazione, che ha previsto una serie di attività capaci di coinvolgere operatori e delegati sindacali, i veri protagonisti della contrattazione di secondo livello.

L'obiettivo dichiarato era quello di raccogliere, conoscere, presentare e discutere quanto e come nella regione si è contrattato a livello decentrato e aziendale.

La prima fase della comunicazione è stata rivolta ai delegati, sollecitati ad impegnarsi per fare conoscere i risultati della loro azione quotidiana nei luoghi di lavoro: “Porta in fiera il tuo accordo per farlo conoscere a tutti”, il messaggio veicolato con email, locandine e inviti. Corredato da un invito/minaccia rivolto agli operatori a tempo pieno: “Se in fiera non c’è il tuo contratto che sindacalista sei?”.

“La Fiera della contrattazione - è scritto in uno dei volantini rivolto a delegati e operatori, stampato per l’occasione - è un evento che serve a scambiarsi informazioni sui migliori accordi realizzati, a prendere nuove idee per sviluppare la contrattazione di secondo livello, a socializzare le esperienze tra le diverse categorie”.

A far notizia, inizialmente, più che i contenuti delle intese, sono le dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia. “Formigoni: busta paga federalista” titola infatti il Corriere della Sera, che prosegue: “I contratti dei dipendenti regionali dobbiamo deciderli noi. Abbiamo solo tremila dipendenti. Perché non premiarli?”. Il messaggio viene ripreso da agenzie e quotidiani, con annesse usuali repliche della Cgil: “No ai contratti federalisti”.

Fortunatamente ci sono giornalisti capaci di andare oltre la sterile e superficiale polemica per addentrarsi nella sostanza della contrattazione decentrata. Cristina Casadei. sul Sole 24 Ore del 28 maggio, racconta dell’iniziativa Cisl sotto il titolo “Dalla recessione lo sprint agli accordi nelle aziende'” affiancando il pezzo con un’ampia scheda che illustra “la contrattazione innovativa” evidenziando come “da Alenia a Star si intensificano le intese locali sull’occupazione”. Dal canto suo Avvenne, nell'inserto “è Lavoro”, dedica un’intera pagina ai “Contratti in mostra", spiegando le ragioni dell’iniziativa e pubblicando tre ampie schede su “le intese modello” nella meccanica (Brawo), nel tessile (Saati) e nei servizi ambientali (Amsa). Francesco Riccardi parla della Fiera della contrattazione come occasione per rilanciare la negoziazione nelle aziende. “Obiettivo - precisa - costruire un nuovo modello di relazioni partecipative”.

Tra la prima e la seconda edizione della Fiera della contrattazione, l’attenzione dei commentatori è concentrata sugli accordi di Pomigliano e su tutto quanto si muove attorno alle relazioni sindacali nell’universo Fiat.

A livello decentrato, nel pieno della crisi la contrattazione aziendale è costretta a misurarsi con il problema del migliore utilizzo degli strumenti per la difesa dell'occupazione. Nonostante questo, però, in occasione della seconda Fiera che si tiene a Bergamo emergono nuovi elementi entrati a far parte delle migliori intese aziendali. L’aspetto centrale è quello del welfare. In un’intera pagina pubblicata sul Corriere della sera del 24 maggio 2011, Dario Di Vico così evidenzia i contenuti innovativi delle intese: “Premi e welfare d’impresa, i contratti dopo Mirafìori. Sanità integrativa, borse di studio e clausole antiassenteismo, i nuovi accordi aziendali”. “L’esistenza stessa di un evento come questo - sottolinea Di Vico nel suo pezzo - è la dimostrazione che siamo già in pieno dopo Mirafiori. Il conflitto in fabbrica perde molti dei connotati ideologici, i sindacalisti una volta l’anno presentano agli iscritti e all’opinione pubblica cosa hanno fatto di concreto e quali contratti hanno portato a casa, le imprese mandano i loro rappresentanti in Fiera per imparare qualcosa, prendere appunti e copiare le buone pratiche”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si muovono anche il Sole 24 Ore e Avvenire, ancora con Cristina Casadei e Francesco Riccardi. Così titola il pezzo della Casadei: “Il welfare riparte dall’azienda. Sanità integrativa, asili nido e libri scolastici tra le scelte adottate”. Precisando inoltre che la Cisl registra più di 600 accordi innovativi.

Riccardi, dopo aver anch’egli sottolineato gli aspetti innovativi degli accordi: “la contrattazione di secondo livello aumenta e migliora la qualità dei contenuti, con un’attenzione particolare al welfare, alla gestione degli orari, ai premi salariali”, amplia la propria riflessione alla questione della riforma della contrattazione che vede Cisl e Cgil su due fronti opposti. Titola infatti il pezzo: “Nuove tutele in azienda: piccoli contratti crescono. Ma l’accordo con la Cgil sulla riforma rimane lontano”.

Un intervento di Maurizio del Conte sul Corriere della sera, alcuni giorni dopo la chiusura della manifestazione cislina, traccia un bilancio positivo della Fiera: “una rara occasione pubblica di verifica di quello che fa oggi il sindacato”. “Quello che si è visto a Bergamo - aggiunge - ci dice che le buone relazioni sindacali offrono un vantaggio competitivo alle imprese non soltanto quando si tratta di gestire i piani di esubero dovuti alla crisi congiunturale ma anche - e soprattutto - quando si tratta di trovare soluzioni innovative per ri­lanciare la crescita e premiare il lavoro”.

La seconda edizione della Fiera della contrattazione ha saputo calamitare una maggiore attenzione da parte dei mass media, inoltre un’analisi dei numerosi pezzi pubblicati, sia dalla stampa nazionale che locale, testimoniano una migliore capacità di attenzione ai contenuti della contrattazione, rifuggendo dalla facile polemica politico-sindacale caratterizzata dai contrasti tra le confederazioni. A conferma che la manifestazione ha saputo trovare una sua più precisa caratterizzazione e che questa è stata colta dagli operatori dell’informazione.