martedì 17 novembre 2020

La Cisl nel 2019

Costruire l’unità dal basso, a partire dalle periferie esistenziali e dagli ultimi. Contributo pubblicato ne l'Annuario del lavoro 2019. 

Costruire l’unità dal basso, a partire dalle periferie esistenziali e dagli ultimi. In un anno trascorso tra gli altalenanti comportamenti gialloverdi e gli amorevoli intenti giallorossi, la Cisl lancia la sua proposta di sindacato per il futuro.
“Ci sono tanti modi di vivere l’unità sindacale – sostiene Furlan - si può partire dalle regole, dalla sperimentazione di qualche tessera, e si può partire insieme dal portare un po’ di speranza che significa anche legalità laddove non c’è. Quale banco di prova migliore per creare l’unità dal basso?”. 

Il 2019 inizia con le tre maggiori confederazioni pronte a scendere in piazza per protestare contro la legge di bilancio varata dal Conte 1. La contrarietà della Cisl alla manovra è totale: “un’occasione sprecata per il paese, non affronta le emergenze dal lavoro e delle categorie più deboli, non è una risposta adeguata al dramma di migliaia di giovani smarriti e senza futuro, non si offrono soluzioni per le tante crisi aziendali aperte, al divario crescente tra Nord Sud, ai troppi cantieri fermi”.

L’elenco delle critiche alle decisioni governative è assai lungo. La bocciatura è netta, non lascia spazio a possibilità di ripensamenti e apre la strada a proteste e manifestazioni che si succederanno durante tutta la prima parte dell’anno. 

Il 2018 si era chiuso in casa Cisl con un cambio in segreteria. Giovanna Ventura, raggiunta l’età per il pensionamento, ha lasciato l’incarico di responsabile dell’organizzazione ed è stata designata alla presidenza del Caf nazionale, sostituita da Giorgio Graziani (segretario generale dell’Emila Romagna) e Giulio Romani (segretario generale di bancari e assicurativi), portando così il gruppo che affianca Annamaria Furlan da sei a sette componenti. 

Intanto le proteste contro il governo, proseguite per tutto il mese di gennaio, confluiscono nella grande manifestazione nazionale che Cgil, Cisl e Uil organizzano sabato 9 febbraio a Roma. “Cala il pil, cala la produzione industriale. Ma come si fa a dire che il 2019 sarà un anno bellissimo?”. Ha buon gioco la segretaria della Cisl a rintuzzare le superficiali affermazioni del capo del governo nel momento in cui la crescita è vicina allo zero e l’occupazione ristagna. 

La manifestazione romana rappresenta un momento di ritrovata unità nell’azione sindacale che andrà sempre più rafforzandosi nei mesi a venire. A marzo scioperano gli edili, a maggio protesta l’agroalimentare e le confederazioni presidiano Piazza Montecitorio contro lo sblocca cantieri. A giugno le mobilitazioni e gli scioperi procedono con ritmo incalzante. Prima si muovono i pensionati, seguono il pubblico impiego e i metalmeccanici, chiude la manifestazione per il Mezzogiorno a Reggio Calabria. 

Contemporaneamente si stringono i rapporti con Confindustria, con l’intento di dare concretezza al “Patto per la fabbrica” per il lavoro e lo sviluppo che, firmato l’anno precedente, stenta a decollare. 

Per Furlan, in una fase di recessione come quella che sta attraversando l’Italia: “c’è un bisogno estremo che le parti sociali che rappresentano il lavoro, in modo particolare attraverso la contrattazione, creino il futuro per questo Paese a partire dalla qualità del lavoro”. Le scelte della Cisl non guardano mai al colore dei governi, ma la situazione di disagio con la compagine gialloverde è tale che si sente la necessità di unire tutte le energie possibili per cercare di dare una svolta a una realtà decisamente difficile e in peggioramento. “Non ci auguriamo che il governo cada - spiega la leader della Cisl -, ci auguriamo che ci ascolti e che cambi completamente una politica economica evidentemente negativa e sbagliata”. 

Malgrado le difficoltà in cui si dibatte il Paese e i tentativi di marginalizzare le organizzazioni sindacali, la Cisl presenta un bilancio dei propri iscritti in attivo. Nel 2018 i tesserati sono 4.050.680, con 9.857 iscritti in più rispetto all’anno precedente. “Dai nostri dati - sottolinea il responsabile organizzativo, Giorgio Graziani - emerge la buona tenuta in molti settori produttivi importanti del paese, nonostante il perdurare della crisi economica ed occupazionale”. La Confederazione sottolinea particolarmente la crescita tra i lavoratori attivi, che rappresentano il 57,75% dei tesserati, passati dai 2.329.085 del 2017 ai 2.339.104 del 2018, con un aumento di 10.019 associati, grazie principalmente alla crescita registrata nel settore terziario e dei servizi. 

La federazione dei pensionati conta 1.711.576 tesserati, con un calo di sole 162 unità. Il 48,59% degli iscritti alla Cisl sono donne e il 51,41% uomini. Il 26,49% ha meno di 40 anni, il 30,19% ha tra 40 e 50 anni e il 43,32% ne ha più di 50. 

Cresce significativamente il numero dei lavoratori iscritti nati all’estero che rappresentano il 14,87% del totale, espressione di una organizzazione sindacale sempre più multietnica. 

Mentre ritardano i rinnovi contrattuali per 6,5 milioni di lavoratori, la Cisl presenta i risultati della contrattazione dei premi di risultato, elaborati dall’osservatorio Ocsel, che evidenziano una crescita sia della platea dei lavoratori interessati (oltre 2 milioni) sia del valore del premio mediamente erogato pari a 1.270 euro, tassati solo al 10%. “Questa è la vera tassa piatta che ci piace – commenta il segretario della Cisl Luigi Sbarra –, quella che aumenta i salari reali”. 

Nel dibattito politico, infatti, in quei giorni dominano due proposte che la Cisl non condivide: flat tax, sul versante leghista, e salario minimo, su quello 5 Stelle. Annamaria Furlan è netta nella sua contrarietà: “Ne flat tax, ne salario minimo. Dannosi, oltreché inutili”. Sul tema fiscale la controproposta della Cisl è la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori. Sul salario minimo il richiamo è alla realtà della contrattazione nazionale. “Oggi circa l’85% dei lavoratori è coperto dalla contrattazione nazionale. Anziché mettere in discussione l’istituto della contrattazione impegniamoci tutti per elaborare nuovi contratti di riferimento che siano applicabili anche per quel 15% di lavoratori che oggi non sono tutelati”. 

Nel frattempo, il nuovo segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sull’onda delle molte iniziative comuni, rilancia la proposta della costituzione di un sindacato unitario. Una proposta che lascia abbastanza freddi in casa Cisl. “Con Landini stiamo lavorando molto e bene. Lo conoscevo poco, ma devo dire che con rispetto e determinazione stiamo mantenendo una unità invidiabile” afferma Annamaria Furlan, ma sul tema dell’unità tira il freno: “L’unità sindacale si costruisce nella condivisione e soprattutto partendo dal basso, dai posti di lavoro, dai territori, non attraverso un modello dall’alto, condiviso a livello nazionale. Così non si costruisce nulla”. E di unità si smetterà di parlare. 

Anche se, come sempre fuori dal coro, ma con proposte innovative, Marco Bentivogli di lì a poco proporrà la costituzione di un sindacato unitario delle tute blu dell’artigianato, non discostandosi però dalla linea della sua confederazione e sposando l’idea della creazione di una unità dal basso. 

A maggio la Cisl diffonde i risultati della contrattazione sociale, che dal 2010 raccoglie e studia nell’ambito del proprio Osservatorio sociale. Gli accordi censiti sono 7.643, la maggior parte dei quali ha durata di un anno e sono stati realizzati soprattutto nelle regioni del Centro Nord. 1.267 i Comuni che li hanno sottoscritti, con 20 milioni di potenziali beneficiari. L’area di intervento più ricorrente negli accordi è la fiscalità locale che riguarda il 60% delle intese, la seconda è il contrasto alla povertà, presente nel 37% dei casi. 

Appuntamento centrale del 2019 cislino, la Conferenza d’organizzazione che si tiene a Roma dal 9 all’11 luglio. “Vogliamo consolidare i risultati fin qui raggiunti sul piano organizzativo – spiega la segretaria generale presentando la Conferenza –, investendo in una impegnativa stagione di risindacalizzazione del mondo del lavoro e della società, condizione per affrontare le nuove sfide alle quali deve rispondere il movimento sindacale. Significa rilanciare il nostro ruolo di sindacato di prossimità, in quelle periferie esistenziali che Papa Francesco ha indicato come le nuove frontiere della fraternità, dove il disagio è forte e la dignità delle persone è ogni giorno messa in discussione. Questo significa impegno contrattuale, formativo ed un investimento straordinario per aprire nuove sedi dove la povertà sfocia oggi in disperazione”. “Noi Cisl siamo, nelle periferie, con i giovani, per il lavoro” lo slogan scelto per l’importante iniziativa. 

“La nostra azione sempre di più deve essere caratterizzata dall’aprirsi al mondo dell'associazionismo, non per fare manifesti politici, ma per fare del bene - aggiunge Furlan nel suo intervento -, vivere le periferie significa viverle davvero, respirarle, condividerle e diventare in quelle periferie un elemento di speranza insieme agli altri. Non possiamo avere la presunzione di poter fare tutto da soli. Abbiamo bisogno di coinvolgere tutti gli altri soggetti sociali, gli uomini, le donne che vivono i quartieri, le comunità. E lo dobbiamo fare in ogni momento della nostra attività. E' lì che dobbiamo investire le nostre risorse, economiche e umane, la nostra creatività, umanità, che è poi quello di cui oggi questo Paese ha bisogno”. 

E’ certamente questo l’aspetto più significativo emerso dalla conferenza della Cisl, sperimentare cioè una unità dal basso partendo dai luoghi più lontani, dalle periferie urbane e umane, per dare una prospettiva di crescita anche a chi vive le maggiori difficoltà. 

Nei giorni successivi si assiste all’inusuale balletto degli incontri dei sindacati prima con il vicepremier Matteo Salvini e poi con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, mentre l’altro vicepremier Luigi Di Maio scalpita e accusa Cgil, Cisl e Uil di avere fatto “una scelta di campo” andando all’incontro con il suo pari grado. 

Ma il tempo delle polemiche sta per scadere, ad agosto il governo gialloverde finisce la sua corsa costellata di tanti litigi e poche azioni, spesso dannose. Si discute di elezioni, ma si prepara invece una svolta clamorosa. Annamaria Furlan, dal Meeting di Rimini, fa sapere “Abbiamo bisogno di un governo autorevole, non servono maggioranze raffazzonate. Serve un governo serio, che metta al centro della sua azione il tema della crescita e dello sviluppo e di conseguenza del lavoro”. 

E il 29 agosto il presidente Mattarella incarica nuovamente Conte di formare il governo. Sembra una persona diversa quella che si appresta a varare l’esecutivo con una nuova maggioranza. Già dai primi momenti si nota il cambio di clima. Per la segretaria della Cisl “è un segnale incoraggiante che il presidente del Consiglio incaricato abbia indicato, tra le priorità del prossimo governo, la questione del lavoro, la necessità di una maggiore equità fiscale, di nuove infrastrutture, di una pubblica amministrazione trasparente ed efficiente, lo sviluppo del Mezzogiorno, una nuova politica industriale innovativa, rispettosa dell'ambiente, scongiurando l'aumento dell'iva, il tutto nel quadro della tutela degli interessi nazionali e del ruolo dell'Italia nel contesto europeo”. 

Con il nuovo governo giallorosso il rapporto cambia. Conte 2 incontra più volte i leader sindacali e dai loro commenti si individua la volontà di avviare un confronto costruttivo. Il programma esposto dal presidente del Consiglio è “un buon punto di partenza, ma ora bisogna individuare un percorso comune con il governo per dare una scossa all’economia” le parole di Furlan. 

Quindi si attende la manovra economica per vedere quanto di quei propositi, viste le scarse risorse disponibili, potrà essere attuato concretamente. E i primi segnali non sono certamente entusiasmanti. 

Intanto giunge finalmente a compimento il percorso avviato sin dal 2011 con la prima intesa interconfederale per la misurazione della rappresentanza di sindacati e imprese. Viene infatti firmata la convenzione tra Inps, Ispettorato del lavoro, Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, che dopo anni di discussioni e tentativi di accordo dà il via all’operazione che punta anche a sconfiggere la piaga dei contratti pirata. 

“Otto anni da quando abbiamo trovato questa intesa, finalmente oggi si rende operativa” il commento della segretaria generale della Cisl intervenendo alla firma della convenzione. “Un accordo importante che rilancia la contrattazione ed il ruolo libero ed autonomo delle associazioni sindacali nei luoghi di lavoro e nel paese. Dobbiamo proseguire su questo percorso, va recuperato il tempo che abbiamo perso”. 

E di tempo da recuperare il sindacato ne ha molto per stare dietro ai profondi cambiamenti in atto nel sistema produttivo e nella società. La Cisl ha indicato la strada delle periferie sociali. Sarà questo il futuro del nuovo sindacato unitario?